Coronavirus. L’ “untore d’Europa”? Forse un manager tedesco di 33 anni

SONDRIO – Di qui vicino, ma non vicinissimo. A centinaia di km da noi senza essere nella bassa Lombardia. Europeo tuttavia non italiano: il cosiddetto paziente 1 del Coronavirus di tutto il continente sarebbe tutt’altro che italiano (alla faccia del “Dagli all’untore mangiaspaghetti” che circola da settimane) ma nientemeno che un tedesco, che più tedesco non si può

Se la notizia rilanciata in queste ore grazie al lavoro di prestigiose riviste specializzate troverà conferma, a “infettare” l’Europa sarebbe stato un manager 33enne di Monaco di Baviera – che sarebbe stato contagiato da una collega cinese durante un meeting aziendale avvenuto nel capoluogo bavarese, tra il 20 e il 21 gennaio scorsi.

Altro che italiani “attaccavirus”, infetti, da respingere. E a dirlo non siamo noi stessi bensì Netx Strain, sito guidato da Trevor Bedford del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, e il prestigioso “New England Journal of Medicine“. Sintomi del tedesco, febbre alta e tosse il 24 gennaio – vale a dire ben un mese prima del ricovero del “paziente 1” italiano.
Risultato immagini per New England Journal of Medicine
Il focolaio tedesco avrebbe poi alimentato “anonimamente” il contagio in Europa e pure dalle nostre parti.

Insomma se stiamo qui a contare persone affette da COVID-19 in Valtellina, morti a Lecco, in Lombardia e in tutta la penisola, dovremmo risalire all’opulento sud della Germania e prima di Codogno, nel Lodigiano.

Cambia poco, direte voi. Ma almeno nella percezione generale, europea e mondiale, si potrà e dovrà cambiare idea su noi italiani – finora “reietti“, considerati quasi alla stregua di appestati del terzo millennio, “schifati” nello sport, ma soprattutto a rischio nel turismo e in linea generale per la reputazione nel campo dell’economia.

Risultato immagini per untoreNoi lo pensavamo già prima, che fosse poco rilevante l’attribuzione del ruolo di “untore” (pessima parola, peggiore il concetto), e tanto più lo riteniamo ora che si scopre come, probabilmente, quel famoso paziente 1 non fosse da attribuire al nostro Paese. Ma ci sale un filo di rabbia – non contro il presunto quanto inconsapevole spacciatore di Coronavirus, bensì nei confronti di chi con troppa facilità e uno spirito anti italiano che ci ricorda altre tristi contrapposizioni etnico-culturali, ha subito gettato la croce addosso a noi, i “Pierini d’Europa“.

Vedere che non i soliti incivili del sud del continente ma nientemeno che i ricchi e serissimi vicini della locomotiva economica centro-europea finiscono ora additati, non fa piacere. Fa semplicemente tornare alla memoria come il famoso rapporto debito/Pil che noi sforiamo, loro tedeschi lo “truccano” sistematicamente (defalcando in allegria diversi importanti capitoli di spesa dalla base di calcolo…).

tutti i debiti nascosti sotto il tappeto dalla Germania

E insomma, dalla finanza alla sanità può capitare di blaterare e accusare gli altri per poi scoprirsi a propria volta “colpevoli”.

Il che fa riflettere.
Speriamo, almeno.

S.T.

 

LEGGI ANCHE:

https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/03/05/news/il_primo_caso_di_covid-19_in_europa_descritto_in_germania_il_24_gennaio_scorso-250303955/