SONDALO – A regime ci saranno 200 posti letto per i pazienti affetti da Coronavirus, suddivisi in rianimazione (terapia intensiva) e terapia sub intensiva, in cura o in osservazione: sono ospitati nei padiglioni 1 e 4, attualmente, mentre i due piani del padiglione 6 sono in corso di allestimento. Tra i ricoverati vi sono sia pazienti residenti in provincia di Sondrio che provenienti da altre zone della Lombardia, in particolare dalle province di Lecco, Brescia, Lodi e Cremona.
Medici e infermieri impegnati al Morelli hanno incontrato brevemente la stampa nel cortile antistante il padiglione 4 per raccontare quello che avviene e rivolgere un appello ai cittadini: è vitale rimanere a casa per contenere la diffusione del coronavirus.
“Dal 2 marzo abbiamo iniziato ad accogliere i primi pazienti – ha sottolineato il direttore sanitario Giuseppina Ardemagni -, riorganizzando la struttura per allestire i posti letto. Lo sforzo prodotto è stato incredibile: oggi abbiamo numeri impressionanti con 139 pazienti ricoverati e 22 posti in terapia intensiva quasi interamente occupati. Ce la stiamo cavando bene grazie ai medici, agli infermieri e a tutto il personale che lavorano con grande dedizione, senza risparmiarsi: li ringraziamo per quanto stanno facendo, ma non è abbastanza. Il modo migliore che abbiamo come cittadini per riconoscere il loro impegno è quello di rimanere in casa per contenere la diffusione del virus”.
“Si tratta di una patologia respiratoria estremamente grave e difficile da trattare – ha spiegato il medico rianimatore Mauro Della Morte -, che spesso presenta complicazioni che coinvolgono altri organi, ad esempio il sistema cardiocircolatorio e l’apparato renale, quindi è necessario proteggersi rimanendo in casa”.
“I malati hanno un percorso difficile – ha aggiunto il medico infettivologo Chiara Rebucci -, vanno costantemente monitorati e possono aggravarsi. Ci sono pazienti che evolvono in modo positivo e che guariscono, ma ad oggi sono più quelli che ricoveriamo che quelli che guariscono. Noi ce la stiamo mettendo tutta ma abbiamo bisogno che la gente ci aiuti adeguandosi alle restrizioni per ridurre al minimo le possibilità di contagio”.
“Abbiamo cambiato attività a 130 infermieri e a 60 operatori sociosanitari che sono stati formati per lavorare nei reparti covid-19 – ha concluso Tonino Trinca Colonel, dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche -. Hanno accettato la sfida e si sono messi in gioco cambiando modalità di assistenza: si tratta di una patologia con necessità di isolamento quindi gli operatori seguono pazienti che cercano uno sguardo di conforto in chi li assiste”.
Giornate che si susseguono purtroppo l’una uguale all’altra dall’inizio dell’emergenza, pazienti che aumentano, sforzi organizzativi che si intensificano e lo straordinario lavoro svolto da medici, infermieri e operatori sociosanitari: “L’impegno del nostro personale per far fronte all’emergenza è encomiabile – sottolinea il direttore generale Tommaso Saporito -, a fronte della sconcertante superficialità di tante persone che ancora non hanno compreso la gravità della situazione e non rinunciano alle abitudini di sempre, mettendo a rischio se stessi e chi hanno intorno. Non ci sono più giustificazioni: bisogna rimanere in casa e osservare scrupolosamente tutte le prescrizioni, cambiare abitudini e impegnarsi tutti insieme per uscire da questo incubo”.