Frontalieri. Sindacati italiani e svizzeri per una strategia comune oltre i confini

SONDRIO – In relazione all’estendersi del contagio del Covid-19 ed ai conseguenti effetti sulla salute delle persone nei luoghi di lavoro, le organizzazioni sindacali italiane e svizzere operanti nelle aree transfrontaliere, ribadiscono la necessità che alle misure già intraprese da ciascun Governo, si adottino d’ora in poi, provvedimenti il più possibile omogenei tra Roma e Berna, volti a limitare la rapida diffusione del virus.

Serve, com’è sempre più evidente, una strategia comune rispetto ad aree geografiche di confine, fortemente interconnesse in termini economici e di sistema infrastrutturale, all’interno di un territorio che vede i più consistenti flussi del lavoro frontaliero in uscita dall’Italia. A tal proposito auspichiamo ulteriori e più efficaci iniziative congiunte dei Ministeri degli Esteri dei rispettivi paesi al fine di individuare linee guida comuni anche con i Governi Cantonali di Bellinzona, Coira e Sion.

In queste ore la preoccupazione delle amministrazioni locali si è concretizzata con richieste accorate di Comuni e Province di confine nei confronti dei Governi Cantonali (nello specifico dei Comuni della Valchiavenna, della provincia di Como e del Verbano Cusio Ossola), facciamo nostre queste preoccupazioni e ribadiamo che la strategia d’intervento debba necessariamente passare attraverso:

• chiusura di tutte le attività non strategiche nei Cantoni di confine finalizzata alla riduzione dei flussi transfrontalieri
• allargamento ulteriore dello smart working in tutte le attività compatibili
• garanzia dell’effettiva possibilità di lavorare nel rispetto delle norme igieniche accresciute e delle distanze sociali di sicurezza nelle imprese strategiche in attività
• disponibilità dei dispositivi di protezione individuale (DPI)
• mantenimento dei piccoli varchi aperti a garanzia tanto delle viabilità quanto dei
controlli della polizia di frontiera

Le organizzazioni sindacali scriventi esprimono sostegno e vicinanza a quei lavoratori che, in queste ore in Italia, sono costrette a ricorrere allo sciopero per affermare il proprio diritto alla salute nell’interesse generale delle comunità.

Giuseppe Augurusa – CGIL
Luca Caretti – CISL
Pancrazio Raimondo – UIL
Giangiorgio Gargantini – UNIA Ticino e Moesa
Arno Russi – UNIA Regione Svizzera orientale e Grigioni
German Eyer – Unia Regione Vallese
Andrea Puglia – OCST Ticino
Ivan Cameroni – SYNA Grigioni

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