Sondalo. Covid: al Morelli ricoveri in calo, ma non abbastanza

SONDALO – Al Morelli con i dati aggiornati alle 10 di questa mattina si chiude un’altra settimana intensa, la settima dalla sua trasformazione in ospedale Covid-19. Sono circa 570 le persone accolte, 160 tuttora ospitate nei reparti appositi per la cura più o meno intensiva e nei nuovi spazi appositamente creati per la degenza di sorveglianza, riservati ai pazienti che hanno superato la fase acuta ma che presentano ancora sintomi e sono positivi.

Si registrano due decessi, entrambi uomini, e tre dimissioni, tutte donne, con quattro nuovi ricoveri che portano il totale della settimana a 33. “I ricoveri diminuiscono ma non abbastanza – sottolinea il direttore generale Tommaso Saporito – sono ancora molti, seppure meno dei 40 della settimana precedente, ma sufficienti per convincere tutti a non abbassare la guardia a mantenere l’impegno a restare a casa e a proteggersi.

Come sottolineano i nostri medici specialisti impegnati a Sondalo, e come i dati dimostrano, il virus è ancora in circolazione, infetta le persone e causa disturbi anche gravi che necessitano dell’immediato ricovero in ospedale. Al Morelli opera una struttura altamente qualificata formata da medici, infermieri e personale sociosanitario, in grado di prestare cure e assistenza, pronta ad accogliere i malati ma nella speranza di doverlo fare il meno possibile”.

Oltre ai medici già operativi al Morelli, ad altri dell’Asst che si sono aggiunti per l’emergenza, a quelli in pensione rientrati in servizio, coordinati dal responsabile covid-19 Chiara Rebucci, per alcune settimane hanno lavorato anche tre medici volontari reclutati dalla Protezione civile in tutta Italia. Giunti a Sondalo il 27 marzo, i tre medici rianimatori, due uomini e una donna, hanno garantito un aiuto prezioso nelle settimane in cui la terapia intensiva era arrivata ad accogliere oltre venti pazienti.

Uno di loro, Giacomo Simeone, tornato nei giorni scorsi nella sua città, Messina, e all’Ospedale di Taormina dove presta servizio, ha raccontato la sua esperienza alla Gazzetta di Messina, lodando l’organizzazione e la collaborazione fra medici riscontrate al Morelli. Ha descritto i colleghi come “disponibili e solidali”, animati da spirito di squadra, ha parlato dell’appartamento nel quale ha soggiornato, messo a disposizione da uno dei tanti cittadini che hanno risposto all’appello dell’Asst, e soprattutto della volontà di dare il suo contributo di anestesista in Lombardia, la regione più colpita, una missione per lui.

Una bella storia da raccontare, quella del dottor Simeone e degli altri medici volontari, una delle tante. Come quelle che hanno visto protagoniste persone che hanno donato, che hanno messo a disposizione alloggi: la solidarietà è riuscita ad illuminare questo periodo buio.