SONDRIO – Nelle prime ore della mattinata odierna, al termine di una complessa attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile di Sondrio, coordinata e diretta dal Procuratore della Repubblica Claudio Gittardi e dal Pubblico Ministero titolare dell’indagine dottoressa Marialina Contaldo, personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione a 19 custodie cautelari.
L’attività di spaccio era studiata nel minimo dettaglio: venivano acquistate sostanze del tipo cocaina e marijuana, inviate in Valtellina tramite ordinari servizi di spedizione e poi occultate in garage appositamente affittati dagli indagati prima della distribuzione ai singoli clienti e ad ulteriori pusher residenti in questa provincia.
Ardua impresa la ricostruzione delle operazioni della fitta rete criminale, dato che le comunicazioni tra fornitori e clientela avvenivano principalmente attraverso l’applicazione Wickr Me, sistema di messaggistica istantaneo criptato che permette di impostare la distruzione del messaggio inviato. L’attività investigativa eseguita dalla Squadra Mobile ha consentito di individuare il sodalizio criminale composto da 19 soggetti di cui M. N., di 23 anni, di Sondrio, che era al vertice del gruppo criminale di cui faceva parte anche la madre, F.S., e il compagno di lei, F.R., tutti sono ora in carcere.
Mentre la cocaina veniva importata direttamente da Milano, la marijuana, oltre ad essere reperita nell’hinterland milanese, in considerevoli quantitativi arrivava anche da Barcellona dopo che in loco veniva effettuato il pagamento da uno dei 19 indagati rintracciato ed arrestato a Roma, V.B, ora rinchiuso in carcere.
L’attività investigativa, iniziata nell’agosto 2019, permesso di arrestare il sondriese a dicembre per la detenzione di 100 grammi di cocaina. Malgrado la sua detenzione in carcere, il commercio di marijuana non si è fermato ed è stato temporaneamente gestito dalla madre, la quale, una volta assunto il comando, impartiva agli altri più stretti collaboratori le disposizioni ricevute dal figlio tramite “pizzini” ricevuti nel corso dei colloqui in carcere. L’attività della donna non si limitava al coordinamento in quanto era impegnata anche al recupero delle somme di denaro da alcuni clienti dell’arrestato recandosi personalmente con il compagno a Barcellona per un approvvigionamento di stupefacente in piena emergenza Covid-19.
Le indagini hanno permesso di quantificare la sostanza psicotropa importata e distribuita dai giovani in provincia di Sondrio che ammonta ad un quantitativo di 59 chili di marijuana e 600 grammi di cocaina con una media mensile di spaccio stimata in 4 chili. Durante l’esecuzione delle misure di custodia cautelare sono stati sequestrati altri 26 chili di marijuana.
RedCro
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