LUGANO (CH) – I governi di Italia e Svizzera hanno ufficialmente siglato un documento d’intesa sul telelavoro per regolarizzare tutti quei frontalieri che, a causa delle misure di contrasto del Covid-19, hanno lavorato (e lavorano tuttora) da casa.
Con questa intesa, “in via del tutto eccezionale e provvisoria, si accetta che […] i giorni di lavoro svolti nello Stato di residenza, a domicilio e per conto di un datore di lavoro situato nell’altro Stato, a seguito delle misure adottate contro il Covid-19, sono considerati giorni di lavoro svolti nello Stato in cui la persona avrebbe lavorato e ricevuto il corrispettivo salario, lo stipendio e le altre remunerazioni analoghe”.
Tradotto in parole povere: da quando è scoppiato il Covid-19, tutto il telelavoro svolto dai frontalieri dalla propria abitazione in Italia sarà considerato dalle autorità nazionali come lavoro svolto regolarmente in Svizzera, senza dunque alcuna implicazione sul piano fiscale e previdenziale.
L’accordo entra in vigore in modo retroattivo dal 24 febbraio e varrà almeno fino al 30 giugno, anche se nel documento si dice esplicitamente che verrà rinnovato tacitamente anche dopo quella data fino a quando resteranno in vigore nei due Stati le misure di contrasto al virus.