Piano dei 71 sindaci. L’Alta Valle: “Documento non condivisibile”

SONDRIO – Nel pomeriggio di oggi si è svolta l’assemblea d’ambito distrettuale dei sindaci nel corso della quale è stato illustrato il Documento unitario di riqualificazione rete ospedaliera e territorio di Valchiavenna, Valtellina e Alto Lario anche chiamato Piano dei 71 sindaci.

Scopo del vertice quello di relazionare gli amministratori sulla proposta di sviluppo sanitaria approvata dai rappresentanti dei vari mandamenti – escluso quello dell’Alta Valle – pochi giorni fa. Il piano verrà poi presentato ai tavoli regionali venerdì prossimo.

Molte le perplessità intorno al documento avanzate dai sei sindaci del bormiese: “Questo piano presenta alcune criticità per nulla condivisibili: innanzitutto, non contempla l’intero ambito territoriale dell’ATS della Montagna ma si ferma ai confini provinciali – ne è infatti escluso il presidio di Gravedona – e relegherebbe a IRCCS l’ospedale di Sondalo – Istituto di Ricerca e Cura a carattere scientifico – usando il dovuto condizionale se e quando, consapevoli della complessità e delle tempistiche per intraprendere un’interlocuzione a livello ministeriale”.

Oltre che dal punto di vista tecnico le critiche sono state mosse anche da uno più prettamente politico: difficile, secondo gli amministratori dell’Alta Valle, poter parlare di “Piano dei 71 sindaci” quando il documento sarebbe stato redatto dai capi mandamento ed alcuni, tra i 71 amministratori, avrebbero dichiarato di non conoscerne nel dettaglio i contenuti.

“Cosa per noi più rilevante – aggiungono – come i sindaci del tiranese abbiano potuto sottoscrivere un documento che sancisce la centralità di Sondrio dopo che avevano approvato un documento che definiva queste le principali, tra le tante, criticità contenute nel Piano del Politecnico”.

I sindaci dell’Alta Valle hanno inoltre chiesto le dimissioni di Franco Spada dall’incarico di presidente dell’assemblea dei sindaci del distretto Valtellina e Alto Lario, non sentendosi più rappresentati, dato il comportamento da loro considerato ondivago, tenuto nella trattazione di una materia così delicata come la sanità.

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