Bresaola “brasiliana”. A rischio la foresta amazzonica? Il sospetto di PiazzaPulita

SONDRIO – Carne dal Brasile destinata alla produzione di bresaola valtellinese: il rischio è che si disboschi la foresta amazzonica per allevare lo Zebù. A lanciare l’allarme il programma PiazzaPulita nella puntata di giovedì scorso. Nel corso della serata la trasmissione de La7 ha messo in relazione l’allevamento di Zebù – utilizzato per la produzione di bresaola Igp – con il disboscamento della foresta amazzonica.

In base ai regolamenti la carne, per poter entrare nel mercato europeo, deve poter essere certificata come non allevata in aree deforestate. Alle autorità brasiliane – a loro volta controllate da quelle europee – spetterebbe il compito di vigilare affinché le leggi vengano rispettate. È stato, però, proprio il programma condotto da Corrado Formigli a sottolineare come “i proprietari della JBS – azienda leader nel settore, che detiene quote della valtellinese Rigamonti Spa – due anni fa siano stati arrestati con l’accusa di aver corrotto 1.893 politici e che, la stessa azienda, sia stata pesantemente multata per aver immesso nel commercio animali provenienti da aree deforestate”.

Alle domande dell’inviato di Formigli ha risposto Claudio Palladi – amministratore delegato della Rigamonti – che ha ribadito l’autonomia del marchio valtellinese rispetto alla multinazionale brasiliana e la certezza che “Nessun albero dell’amazzonia è stato bruciato per produrre bresaola Rigamonti”.

Michele Broggio

 

LEGGI ANCHE

Inchiesta in Tv. Bresaola della Valtellina Igp realizzata con la carne di Zebù