MILANO – La Corte Costituzionale ha accolto un ricorso, avanzato dalla Regione Toscana, con il quale viene bocciato l’obbligo delle regioni di trasferire alle province almeno il 60% dei proventi derivati dal canone demaniale e dal canone aggiuntivo dovuti rispettivamente dai concessionari e dagli ex concessionari relativamente alle concessione di grandi derivazioni idroelettriche.
A rassicurare che tale provvedimento risulta essere del tutto ininfluente nel caso della regione Lombardia è l’assessore alla montagna Massimo Sertori: “Semplicemente le regioni non saranno più ‘obbligate’ dalla legge statale a trasferire una quota dei proventi ai territori interessati dagli impianti”.
La legge autonomamente varata dal Consiglio regionale lombardo ha disposto che il canone demaniale introitato venga trasferito annualmente ai territori su cui insistono gli impianti almeno in ragione dell’80%, percentuale che diventa del 100% per la Provincia di Sondrio.
Secondo Sertori “La Regione Toscana ha presentato ricorso perché ritiene di trattenere presso di sé tutti i canoni, di contro Regione Lombardia si sveste delle risorse per distribuirle sui territori”.