MORBEGNO – Il comune di Morbegno ha deciso, all’unanimità, di sostenere la spesa derivante dalla sentenza in primo grado civile che costringe l’amministrazione a farsi carico del pagamento per l’assistenza ricevuta da una donna di 55 anni, nomade, nata nella Città del Bitto dove, però, non ha mai vissuto. 43mila euro, la somma che dovrà essere prelevata dalle casse comunali.
“Eravamo contenti riguardo l’avanzo più alto del previsto e poi è arrivata questa sentenza, datata 6 luglio – ha affermato, in sede di consiglio comunale, l’assessore al bilancio Alberto Zecca – questa riguarda il ristorno delle spese sostenute da un soggetto non autosufficiente. Il giudice non ha trovato altri collegamenti certi con il territorio e indica Morbegno, comune natio, come debitore che dovrà saldare le spese di assistenza”.
Tutti concordi, quindi, sul prelevare l’importante cifra dalle casse comunali. La preoccupazione diffusa, però, è che questa sentenza possa segnare un precedente, aprendo la strada ad altre contestazioni di questo tipo. “Non sono qua a puntare il dito contro chi ha bisogno – ha detto il consigliere indipendente Angelo Rovedatti – a mio parere non è giusto che di queste spese se ne faccia carico solo il comune di Morbegno”.
Anche il capogruppo di minoranza ed ex sindaco, Andrea Ruggeri, avvalla la posizione del consiglio ma, al contempo, chiede che la questione non si fermi qui. “Ereditate una sentenza che nasce da una nostra resistenza – ha affermato – Ritengo paradossale che riconosciamo un debito su una situazione che è abbastanza incomprensibile. Si potrebbe sollevare una questione di merito e scrivere una lettera al Ministro della Giustizia, oppure ad esponenti politici, chiedendo che questa legge venga modificata”.
Giovanni Meroni