COMO – La Procura di Como ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini e ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 4 persone accusate di omicidio colposo aggravato in relazione alla morte di Zyber Curri, operaio 48enne kosovaro che perse la vita il 12 dicembre del 2018 in un incidente sul lavoro avvenuto nel cantiere per la realizzazione della centrale idroelettrica in val Cavargna.
Si tratta G. A., residente a Borgo Ticino in provincia di Novara, considerato il datore di lavoro “formale” dell’operaio kosovaro; i due reali datori di lavoro dell’uomo, M. T. B., 59 anni di Teglio, L. B., 55 anni di Ponte in Valtellina e C. G., 50 anni di Tirano.
Sono accusati di violazioni delle norme in materia di sicurezza del lavoro che avrebbero così causato la morte del lavoratore straniero che, quel giorno, stava posando tubature in località Mondrago, quando, probabilmente a causa del ghiaccio, è scivolato per diversi metri lungo un dirupo, battendo più volte la testa contro le pietre. Dopo la morte, le difficili indagini per capire per chi lavorasse il 48enne, rese ancora più difficili dal tentativo di depistaggio di uno di loro, che aveva fornito agli inquirenti un contratto di affidamento lavori fasullo per riuscire a sviare le accuse contro di lui e contro i titolari dell’azienda, datori di lavoro “di fatto” della vittima.
Grande l’impegno dei familiari di Zyber Curri, che si sono affidati a due legali giuslavoristi, gli avvocati Alberto Ghidoni ed Elisabetta Toccalli del Foro di Milano, e ad un avvocato penalista, Federica Ramaioli del Foro di Pavia, affinché si potesse fare giustizia per il loro caro. E nei giorni scorsi, dopo le indagini dei carabinieri e dei tecnici dell’Ats della Montagna di Sondrio, la richiesta di rinvio a giudizio.
RedCro