SONDALO – Lavora a pieno ritmo l’ambulatorio di follow up attivato all’inizio di giugno, che controlla i pazienti Covid-19 che hanno superato la malattia, negativi al tampone, per risolvere eventuali complicanze legate al virus o alla lunga degenza ospedaliera.
Ad oggi sono state controllate quasi 300 persone: per una minoranza di queste si è resa necessaria una sola visita, altre saranno convocate nei prossimi mesi, altre ancora sono state sottoposte ad accertamenti diagnostici o a terapie mirate.
“Sappiamo ancora poco del decorso della malattia ma ancora meno della sua sequela, cioè delle conseguenze per i malati nel medio e nel lungo periodo – premette il dottor Alessandro Fugagnoli, che con i colleghi Paolo Cosma, Leonardo Iannacci e Giulio Rossi segue l’ambulatorio – Abbiamo appurato che la malattia è sistemica e le complicanze non sono solo respiratorie ma anche cardiologiche e neurologiche”.
Dai dati che emergono, la maggioranza dei pazienti, a distanza di qualche mese dal superamento della fase acuta, presenta dispnea e debolezza della muscolatura che sono all’origine di difficoltà respiratorie: in alcuni casi è necessario intervenire con un trattamento fisioterapico respiratorio oppure ricorrere al ricovero nel reparto di Riabilitazione pneumologica. Altri soffrono di tosse cronica post infettiva che può richiedere cicli di trattamento farmacologico. Per una minoranza di pazienti, nella fattispecie quelli che hanno superato polmoniti interstiziali gravi e sono stati ricoverati in Terapia intensiva, persiste un’insufficienza respiratoria che richiede trattamenti con cortisone e in alcuni casi anche con ossigeno.
Intanto il reparto Covid-19 dell’ospedale Morelli ospita attualmente 14 pazienti, un numero che rimane stabile da un paio di settimane, dopo l’aumento registrato a partire dall’inizio di agosto. In questi giorni ai nuovi ricoveri si sono sovrapposte le dimissioni di pazienti che hanno superato la fase critica. Nessun paziente è ricoverato in terapia intensiva ma da qualche settimana sono state riaperte le camere a pressione negativa, che consentono di isolare i pazienti, riducendo il rischio di trasmissione e garantendo la sicurezza degli operatori e degli altri degenti del reparto.