MILANO – Regione Lombardia interviene per fare chiarezza riguardo i tamponi con accesso diretto per gli studenti. “Sono possibili solo con l’autocertificazione vidimata dalla scuola – specifica l’assessore al Welfare, Giulio Gallera – oppure a seguito della segnalazione al medico o pediatra di famiglia”.
Sono queste, infatti, le linee guida anti-covid per il settore scolastico, diffuse alle Ats. “In caso di sintomi simil influenzali o sospetti Covid riscontrati nel corso dell’attività scolastica – spiega – deve essere contattata la famiglia dello studente. Viene rilasciato un modulo di autocertificazione autorizzato dall’istituto, da consegnare alla struttura sanitaria dove si esegue il tampone con accesso diretto. Il documento autorizza all’esecuzione del tampone senza prenotazione solo lo studente e non l’intero nucleo familiare. Qualora invece, a seguito della rilevazione della temperatura o alla comparsa di sintomi sospetti riscontrati al domicilio, la famiglia debba contattare il medico o il pediatra di famiglia, questi, accertata la necessità di dover eseguire il tampone, procede alla segnalazione. E, quindi, all’invio dello studente al punto di accesso diretto più vicino”.
Le stesse procedure valgono anche per gli insegnanti e per il personale scolastico non docente. In attesa dell’esito del tampone, chi lo ha effettuato deve rimanere in isolamento. Dal primo al 18 settembre sono stati effettuati 30mila 257 tamponi a bambini e ragazzi in età scolare. Tra questi, complessivamente, sono state accertati 141 casi di positività, ovvero l’1,45% del totale.
In caso di positività di uno studente scattano le misure d’isolamento dell’intera classe se l’interessato ha frequentato la scuola nelle ultime 48 ore. Scattano anche per i familiari e contatti diretti per il periodo di quarantena stabilito dai protocolli anti Covid. Al termine di tale lasso di tempo deve essere eseguito un tampone ai contatti per accertarne la negatività.
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