SONDRIO – Dai dati elaborati dall’Inail Lombardia risulta che in provincia di Sondrio fino al 31 agosto sono state 428 denunce di infortunio sul lavoro legate all’infezione da Covid-19.
“Oltre il 75% delle denunce – sottolinea Michele Fedele, referente della Cisl Sondrio – ha riguardato lavoratrici donne (328) e la fascia di età più colpita è stata quella dai 50 ai 64 anni con 219 denunce, ossia oltre il 50% delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno denunciato di aver contratto l’infezione in costanza di lavoro”.
Il grosso delle denunce, oltre il 75% (320), è stato presentato entro il mese di maggio ed è riferibile al periodo più critico della pandemia, mentre, una percentuale inferiore al 25% degli infortuni da Covid-19 (108) è stata denunciata nel periodo estivo tra giugno e agosto.
“In provincia di Sondrio – proseguono dalla Cisl – 3 dei 428 infortuni denunciati hanno avuto, purtroppo, esito mortale. Questo è un dato tragicamente rilevante se rapportato allo stesso dato di altre province lombarde che hanno un numero complessivo di lavoratrici e lavoratori nettamente superiore a quello della nostra provincia”.
Ad esempio, le province di Lecco, Lodi e Mantova registrano un dato di mortalità inferiore a quello della provincia di Sondrio, avendo ciascuna 2 casi di denunce con esito mortale e, al contempo, Sondrio si assesta sugli stessi numeri di mortalità registrati dalle province di Como e Varese (3 casi), territori questi ultimi che, però, hanno una popolazione lavoratrice di gran lunga superiore alla nostra.
“Riteniamo – sottolinea Fedele – che non sia da escludere che il numero degli infortuni denunciato in provincia di Sondrio dopo il mese di maggio anche e soprattutto dal lavoro dei comitati istituiti presso numerose aziende della nostra provincia. Questi organismi vedono la partecipazione delle rappresentanze sindacali, assieme alle componenti aziendali, per rendere effettiva, all’interno di ogni impresa, la tutela della salute dei lavoratori anche attraverso un’attenta vigilanza nei luoghi di lavoro sul rispetto delle misure previste per contrastare l’infezione pandemica in corso”.