SONDRIO – La situazione scolastica, con numerose classi poste in quarantena – 18, ad oggi, quelle sottoposte all’isolamento fiduciario in provincia di Sondrio – e con l’applicazione della didattica Didaonline per gli istituti superiori rende sempre più incerta la situazione lavorativa degli assistenti scolastici, incaricati di assistere gli alunni con disabilità.
“Professionisti, spesso donne, che, pur lavorando in ambito scolastico, non sono dipendenti pubblici, bensì lavoratori e lavoratrici, perlopiù, di cooperative sociali – sottolineano dalla Cgil di Sondrio – Già durante il lockdown tutti questi lavoratori sono rimasti senza reddito, in attesa degli ammortizzatori sociali”.
La loro già cronica precarietà viene moltiplicata in misura esponenziale con il drammatico peggioramento della situazione epidemiologica: queste figure professionali – alcune centinaia di persone in provincia di Sondrio – lavorano con alunni disabili di scuole dell’infanzia, talvolta private, ma soprattutto pubbliche (elementari, medie e superiori).
“Inoltre – rimarcano ancora dalla sigla sindacale – la nuova ordinanza di Regione Lombardia, relativa alla didattica a distanza prevista per le scuole secondarie di secondo livello, non potrà che ampliare questa situazione di incertezza. Pur contribuendo in modo essenziale al buon funzionamento del servizio pubblico sono assunti da Cooperative sociali che operano in appalto per i Comuni o Enti pubblici (Comunità montane) e sono relegati a lavoratori di serie B sia dal punto di vista delle tutele che da quello economico”.
La Cgil, quindi, richiede un intervento concreto, almeno da parte dei Comuni e degli Enti a cui i servizi afferiscono, al fine di adoperarsi per garantire loro diritti e tutele, specie in un anno scolastico incerto e minacciato dalla pandemia qual è quello che tutti stiamo vivendo.