PALO ALTO (USA) – Forse eravamo abituati un po’ diversamente. Già perché fino a poco fa, quando il costruttore di veicoli elettrici californiano guidato da Elon Musk, fra le diverse incognite – quanto durerà la batteria? quanto sarà davvero economica la model 3? come farà effettivamente a circolare per le strade il camion? – l’unica certezza, oltre a quella della propulsione elettrica, era un certo gusto estetico, almeno per quello che è “il bello” secondo i principali canoni della cultura occidentale. Ora le cose sono cambiate un pochino.
Con la presentazione del nuovo mezzo – l’ottavo dopo due SUV-crossover, due berline, una sportiva biposto, un TIR e un quad, le cui iniziali formano le parole “SEXY CARS” – i tratti stilistici cui eravamo ormai abituati, fra il tondeggiante e lo sportivo/aggressivo, ma sempre con un occhio di riguardo per l’eleganza, la situazione è leggermente mutata. Il pick-up (nome in codice “Cybertruck”) ha infatti un aspetto che sembrerebbe quasi fuoriuscito dagli anni ‘70, dall’Unione Sovietica, con un piccolo sforzo storico, oppure da qualche prototipo per lo spazio ancora agli albori della sua vita tecnologica. Se si vuole trovare un parallelismo cinematografico, lo stesso Elon Musk ha dichiarato che si sono ispirati alla celebre pellicola di “Blade Runner”, in cui non caso un Ridley Scott del 1982 dipingeva i tratti di Los Angeles del 2019. Squadrato e minimalista, con spigoli piuttosto vistosi: così si presenta quello che, a un primo sguardo non sembra un veicolo “cassonato”.
Se però ci si benda gli occhi e ci si concentra sulle prestazioni che questo elettrico sa offrire si rimane più sorpresi; quanto più stupisce è la capacità di traino: oltre sei tonnellate, che in Italia sarebbero illegali persino ai possessori di patente BE. Sempre circa la sua “forza”, in queste ore stanno circolando in rete parecchi filmati in cui si disputa una sorta di tiro alla fune tra il Cybertruck e il potente F150 di Ford, che viene stracciato in pochi istanti dal rivale “green” californiano. Altri dati: l’autonomia dichiarata è di 400 km – per il modello base da 39mila dollari – e sale al doppio, 800 km se si sceglie l’allestimento con maggior “range”, che costa 69mila dollari. La velocità massima è di oltre 210 km orari e lo 0-100 può avvenire, col modello più potente, anche in soli 3 secondi.
Un piccolo dettaglio durante la cerimonia di presentazione non è passato per niente inosservato, tanto da finire sulle principali pagine della stampa internazionale: la gaffe del vetro antiproiettile, che non saprebbe resistere a una sfera di metallo lanciata in sede di conferenza stampa da Franz, un collaboratore di Musk, su richiesta di quest’ultimo. Quella che doveva essere una dimostrazione di resistenza dei cristalli, si è rivelata piuttosto una prova di forza dell’amico Franz. Eppure comunque sicuramente inferiore a quella inferta da un’arma da fuoco. Dire che qualcosa non vada è il minimo. Un altro costruttore – BMW – ha preso subito la palla (di metallo) al balzo, creando, per la presentazione di un suo SUV blindato, il meme che recita: “Resistente anche alle sfere metalliche”, il che suona indubbiamente più come sfottò, che come vanto delle proprie capacità.
L’imprenditore imprevedibile ha cercato di dare spiegazione del fatto su Twitter, attribuendo la rottura a delle prove con un martello fatte in precedenza, che avrebbero già incrinato le basi dei cristalli: “Yup. Sledgehammer impact on door cracked base of glass, which is why steel ball didn’t bounce off. Should have done steel ball on window, then sledgehammer the door. Next time”.
Ma una cosa è rimasta fedele alla tradizione Tesla: anche questa volta il marchio è riuscito a fare parlare di sé, tant’è che da un punto di vista di marketing l’evento è stato un successo: sono già stati preordinati – con caparra di 100 dollari – oltre 200mila Cybertruck. Ed è proprio qui che sorge il dubbio: forse era tutto previsto?
Alessandro Tonini