SONDRIO – “Ci apprestiamo ad affrontare un altro periodo durissimo”. Non nasconde le sue preoccupazioni il presidente provinciale di Coldiretti Sondrio, Silvia Marchesini, dopo le prime limitazioni per arginare la nuova ondata della pandemia: un quadro che potrebbe cambiare ulteriormente dopo le disposizioni del nuovo DPCM.
La chiusura anticipata alle ore 18 già penalizza pesantemente il settore agricolo valtellinese e valchiavennasco. Le sole vendite di cibi e bevande nel settore della ristorazione nel corso dell’anno hanno registrato perdite pesanti, con un impatto drammatico a valanga sull’intera filiera, dai tavoli dei locali fino alle aziende agricole e alimentari.
Il crack della ristorazione con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti, vinerie, pub e pizzerie ha un effetto negativo sull’intero agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre 9,6 miliardi per le mancate vendite di cibo e bevande nel 2020. “Un drastico crollo dell’attività che – sottolinea Coldiretti Sondrio – pesa anche sulla vendita di molti prodotti agroalimentari identitari del nostro comprensorio, dal vino ai formaggi, ma anche su carne e salumi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”.
L’emergenza va a penalizzare anche gli agriturismi, anch’essi colpiti dalle limitazioni che impongono la chiusura pomeridiana alle 18. “Dopo il lockdown – spiega Marchesini – gli agriturismi del nostro comprensorio si sono ulteriormente attrezzati per riaprire in totale sicurezza, anche grazie proprio agli ampi spazi di cui in campagna possiamo godere. Le cene sono una voce rilevante per il bilancio delle nostre aziende per cui l’asporto e le consegne a domicilio, seppur importanti, non sono sufficienti a coprire le perdite provocate dai nuovi divieti”.
Un dato su tutti: 6 cittadini su 10, esattamente il 63%, cenavano fuori casa almeno una volta al mese. “Le limitazioni alle attività di impresa – conclude il presidente Marchesini – devono, dunque, prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze, superando il limite degli aiuti di Stato. Gli interventi a fondo perduto devono essere rapidi per agriturismi e ristoranti in modo da incentivare l’acquisto di prodotti alimentari Made in Sondrio”.