BERBENNO DI VALTELLINA – Domani il collaudo del nuovo impianto di sollevamento realizzato dalla Provincia per la sistemazione idraulica del torrente Finale a Berbenno di Valtellina.
Sono numerosi gli interventi di regimazione idraulica succedutisi negli anni, a causa dei frequenti fenomeni alluvionali che hanno interessato nel recente passato il tratto urbano del Comune di Berbenno di Valtellina ove, negli anni ’80, il torrente Finale è stato incanalato con l’eliminazione della zona di naturale espansione “Raneé”. Tale intervento e le successive urbanizzazioni hanno causato sovralluvionamenti ed allagamenti estesi all’adiacente sede stradale della Statale 38 e linea ferroviaria Colico-Tirano all’altezza della stazione di Berbenno di Valtellina.
Per risolvere il problema sia la Provincia che il Comune sono intervenuti più volte. Nonostante le tante opere realizzate, gli eventi alluvionali più recenti hanno evidenziato come non fossero state eliminate completamente le condizioni di rischio soprattutto per le aree di fondovalle, dove la capacità di smaltimento del tratto terminale del torrente risulta condizionata dai livelli idrici del fiume Adda: in occasione di piene dell’Adda e di morbida del Finale le condizioni idrauliche venutesi a creare hanno determinato allagamenti per rigurgito delle zone di fondo valle.
Grazie ad un finanziamento regionale di 1,6 milioni di euro, nel 2018 fu approvato il progetto del 3° lotto di interventi che prevede, tra l’altro, la creazione di una vasca di espansione nei pressi della confluenza tra il torrente Finale e il fiume Adda e la realizzazione di una stazione di sollevamento all’interno della suddetta vasca, capace di scaricare le acque invasate nell’Adda. I lavori, appaltati dalla Provincia, sono iniziati nell’estate del 2019 e sono attualmente in fase di ultimazione.
Domani pomeriggio, 20 novembre, sono in programma le prove di collaudo dell’impianto di sollevamento, durante le quali saranno azionate le potenti pompe in grado di svuotare l’invaso da circa 30.000 metri cubi che nei giorni scorsi è stato appositamente creato consentendo l’allagamento dell’area di espansione. Le due pompe, alimentate da un gruppo elettrogeno a gasolio, collegano la vasca al fiume Adda mediante due tubi in acciaio del diametro di un metro e della lunghezza di circa 20 metri e riescono a smaltire ciascuna una porta di due metri cubi al secondo. Dopo il collaudo l’opera sarà consegnata dalla Provincia al Comune, che si occuperà della futura manutenzione e gestione.
“Un’opera importante – sottolinea Elio Moretti – in grado di ridurre di molto il rischio di esondazioni. Poi è chiaro che lo stesso progetto ammette l’esistenza di un rischio idrogeologico residuo, con la possibilità che in caso di eventi alluvionali eccezionali si possa comunque assistere all’allagamento delle aree di fondovalle più depresse. È auspicabile in proposito che in futuro si possa pensare ad un quarto lotto di intervento.
Sin dagli anni dell’alluvione la Provincia si è fatta parte attiva nella realizzazione di numerosi interventi di sistemazione idrogeologica previsti dalla legge Valtellina, creando in proposito anche un apposito ufficio che seguiva i lavori. Purtroppo a causa dei numerosi tagli del personale e al blocco del turnover legati alla legge Del Rio, l’ufficio è stato chiuso e la Provincia non è oggi più in grado di farsi carico dell’attuazione di nuovi progetti di sistemazione idraulica che, per dimensioni e complessità, tante volte i piccoli comuni non sono in grado di seguire”.
“Speriamo che nei prossimi mesi il Governo affronti e risolva una volta per tutte questo problema – prosegue Moretti – ridando alla Provincia la dignità istituzionale che le compete e soprattutto ripristinandone la piena funzionalità, anche attraverso la possibilità di assumere il personale che risulta fondamentale per realizzare le numerose opere di cui la nostra valle ha tanto bisogno”.