SONDRIO – La prossima stagione sciistica – con il probabile stop degli impianti di risalita – è stata al centro del Consiglio generale d’autunno in cui i presidenti delle varie categorie che ruotano attorno al mondo del Commercio, del Turismo e dei Servizi hanno avuto modo di intervenire, facendo ciascuno il punto sulle proprie realtà di riferimento.
“Oggi la situazione è per tutti disastrosa e disperata – ha sottolineato la presidente dell’Unione del Commercio e del Turismo Loretta Credaro – Sono molto preoccupata per come sarà il 2021 nella nostra provincia in quanto ci attendono mesi in cui saranno ancora più evidenti gli effetti sul calo del reddito procapite, che finora nel nostro territorio è stato più contenuto che altrove, grazie soprattutto alla presenza dei frontalieri. La mancata apertura degli impianti potrà incidere in maniera molto significativa sull’andamento economico della nostra Valle, e la richiesta è che quantomeno si adottino regole uniformi e uguali per tutti a livello europeo”.
Il clima nel mondo delle strutture turistico-ricettive è davvero molto teso e la conferma è arrivata da Barbara Zulian, vicepresidente vicario di Federalberghi Sondrio e presidente di Valtellina Turismo. “Oggi tra gli operatori del nostro settore c’è una grande arrabbiatura alimentata dall’incertezza, dai continui annunci e provvedimenti che creano confusione, e dalla mancanza di prospettive”.
La preoccupazione per il futuro è condivisa da tutti, in particolare dalla categoria dei pubblici esercenti. “Hanno cominciato col farci spostare i tavoli, dimezzare la capienza dei locali, mettere il plexiglass, organizzare i posti a sedere all’esterno dei locali e, dopo questi interventi che hanno richiesto delle spese, ci hanno fatto chiudere – sottolinea il presidente della categoria Piero Ghisla – Per il prossimo futuro hanno già messo le mani avanti dicendo che la ristorazione dovrà fermarsi alle 18”.
Laura Sala, vicepresidente di Sofidi e commerciante nel settore abbigliamento, vede “una situazione ancora più preoccupante rispetto al primo lockdown. In particolare, disorienta la confusione alimentata dai pareri contrastanti che provengono dai professionisti del mondo scientifico, virologi in testa”.