SONDRIO – Con il ritorno del sistema a fasce di colore, c’è profonda incertezza sul futuro di bar, ristoranti, trattorie ed agriturismi, la cui possibilità di aprire è subordinata alla collocazione della regione di riferimento in fascia gialla e al successivo mantenimento della “posizione”. Il tutto in un quadro drammatico per il turismo della provincia di Sondrio, ancora orfano di una stagione sciistica che sembra sempre più lontana nel tempo.
“Il 2021 – sottolinea il presidente di Coldiretti Sondrio, Silvia Marchesini – si è aperto all’insegna di nuovi e fondati timori per gli operatori delle ‘filiere del cibo’, dopo il lungo periodo di lockdown delle feste che ha provocato una perdita di svariati milioni di solo nelle ultime settimane”. Uno scenario difficile che, oltre ai locali di ristorazione, coinvolge per intero quell’indotto che parte dai campi per raggiungere la tavola. Solo con il ritorno e la permanenza in zona gialla i locali di ristorazione potrebbero tornare a servire al tavolo e al bancone: quindi, oltre 1100 tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi in provincia di Sondrio sono costretti a navigare ancora a vista.
In questo scorcio di inizio anno, peraltro, sono state molte le strutture che per le difficoltà e la situazione di incertezza hanno deciso di non riaprire nemmeno nei due giorni consentiti della settimana appena trascorsa (7 e 8 gennaio) prima della nuova scure di “zona arancione” per il weekend e per la settimana a venire.
Intanto, Coldiretti stima che i consumi fuori casa per colazioni, pranzi e cene siano crollati quasi della metà nel corso del 2020 anche in provincia di Sondrio, con una drastica riduzione dell’attività che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dai formaggi al vino, dalla carne all’ortofrutta, che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.
“In questo momento difficile chiediamo ai cittadini di privilegiare il consumo di prodotti alimentari made in Valtellina per aiutare l’economia, il lavoro ed il territorio – conclude Marchesini nel sottolineare l’importanza che – misure di ristoro adeguate siano previste per l’intero sistema agroalimentare su cui ricadono gli effetti negativi delle chiusure e delle limitazioni del canale ristorazione”.