CHIAVENNA – Da questa mattina i locali pubblici di Chiavenna – bar, alberghi e ristoranti – sono listati a lutto.
La protesta degli esercenti vuole essere una provocazione allo scopo di accendere i riflettori sulla difficile situazione economica che i ristoratori stanno attraversando in questo difficile momento. “Speriamo – sottolinea Igor Micheroli, presidente dell’Associazione Mandamentale di Chiavenna dell’Unione del Commercio e del Turismo di Sondrio – che questo intervento a ‘gamba tesa’ possa condurre ad un tavolo di lavoro serio”.
L’iniziativa ha raccolto la piena adesione dei ristoratori di tutta Chiavenna e non solo – anche a Madesimo, ad esempio, in tanti hanno deciso di affiggere fuori dalle proprie attività l’annuncio listato a lutto – “In un primo momento – aggiunge Micheroli – ci è stato giustamente chiesto di attrezzarci per poter garantire all’interno dei nostri locali la sicurezza sanitaria ma poi siamo stati costretti comunque a chiudere”.
Le aperture “a singhiozzo”, inoltre, non sembrerebbero essere misure adeguate: con l’allentarsi dei divieti, infatti, cresce anche il rischio che la “voglia di normalità” spinga molte persone ad uscire di casa, riversandosi nei bar con la conseguente difficoltà nel far rispettare le norme anti-contagio.
“In questo periodo – ricorda Micheroli – la nostra categoria è stata spesso criminalizzata ma con le chiusure cui siamo stati sottoposti i contagi non sono diminuiti, anzi in alcuni casi sono addirittura aumentati. D’altro canto durante le feste tutti abbiamo visto gli assembramenti che si sono verificati nei grandi centri di distribuzione”.
Le richieste dei ristoratori sono semplici: o permettere l’apertura delle attività – con l’adozione di tutte le norme di sicurezza – oppure “Garantire un sostegno economico tempestivo ed adeguato – conclude Micheroli – Nell’ultimo anno siamo stati chiusi, non per nostra volontà, per 6 mesi: non possiamo andare avanti così. Il problema non riguarda solo noi ma anche i nostri collaboratori che ricevono una cassa integrazione inadeguata e con mesi di ritardo”.
Michele Broggio