CHIAVENNA – Prosegue al discussione in tema di sviluppo sanitario in provincia di Sondrio. Nei giorni scorsi il Consiglio regionale ha approvato una mozione, presentata dalla lega, che prevede il ripristino delle funzionalità pre-Covid al Morelli di Sondalo, non appena la situazione pandemica lo renderà possibile. Nel documento è anche prevista la costruzione di un nuovo ospedale a Sondrio.
A chiedere, però, che i presidi di Chiavenna e Morbegno non vengano dimenticati sono gli attivisti del comitato “Insieme per l’ospedale di Chiavenna”, fin da subito in prima linea nella difesa del nosocomio della città del Mera.
“Per quanto ci riguarda – scrivono in una lettera indirizzata al consigliere regionale Simona Pedrazzi e all’assessore lombardo alla Montagna Massimo Sertori – siccome le parole possono essere fraintese, chiediamo venga messo nero su bianco il progetto per il nosocomio chiavennasco. Chiediamo venga abbandonato il progetto del Politecnico in favore del ‘piano Scaramellini’, sottoscritto dall’assemblea dei sindaci della Valchiavenna. Chiediamo che, nonostante la pandemia non ancora finita, venga dato subito un concreto segno di ripresa delle attività sociosanitarie”.
I blocchi operatori, secondo gli attivisti, sarebbero infatti chiusi da dicembre 2020, in seguito al focolaio da Covid-19 estintosi da 5 mesi. “Ma – aggiungono – sottolineiamo l’esigenza di una riapertura, non solo per interventi programmati, ma, e soprattutto, per interventi di carattere d’urgenza”.
Tra le criticità del territorio della Valchiavenna evidenziate dal Comitato l’assenza di un mezzo di soccorso con medico a bordo h24, un pronto soccorso in grado, supportato anche dai reparti di chirurgia e ortopedia, di gestire le urgenze, in particolare quelle riguardanti patologie tempo-dipendenti. Intanto, a breve, gli attivisti si incontreranno, su sua richiesta, con l’onorevole Silvana Snider.
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