SONDRIO – Le problematiche relative alla convivenza tra animali selvatici e Uomo – sia per quanto concerna la sicurezza stradale sia per quanto riguarda i danni recati all’agricoltura – sono state al cento del dibattito della riunione svoltasi in Prefettura a Sondrio nelle scorse ore.
Per quanto riguarda la sicurezza della circolazione si è fatto riferimento soprattutto ai cervi e ai cinghiali, evidenziando che le limitazioni imposte dalla pandemia hanno spinto queste specie più a valle e in luoghi più antropizzati, con la conseguenza che se ne rileva spesso la improvvisa presenza, specie in ore notturne, su strade caratterizzate da una circolazione più intensa e veloce.
Per quanto concerne invece i rischi per l’incolumità delle persone si è fatto riferimento a possibili contatti ravvicinati con le specie più pericolose, come per esempio il lupo o l’orso. Si è ribadito comunque – come precisato dal Comandante del Gruppo Forestale dei carabinieri e dal Comandante del Corpo di Polizia provinciale nella precedente riunione del Comitato dell’1 luglio scorso – che la presenza del lupo sul territorio non desta particolari problematiche per l’ordine e la sicurezza pubblica, trattandosi di esemplari isolati che cacciano animali lasciati allo stato brado.
Diverso è il discorso per i danni che alcune specie di fauna selvatica – in particolare cervi e cinghiali – possono arrecare e di fatto arrecano agli agricoltori e agli allevatori. Nel corso della riunione sono state espresse le preoccupazioni delle categorie rappresentative sul tema.
Nel proprio intervento l’Assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi ha assicurato la disponibilità a supportare la Provincia nella gestione del piano di contenimento dei cinghiali. Per i territori montani il cinghiale rappresenta al momento la problematica più rilevante, ma in prospettiva la presenza non regolamentata del lupo potrebbe diventare ancora più critica.
Il danno economico periziato prodotto dal cinghiale si attesta per lo scorso anno intorno ai 30-40 mila euro, mentre più alto è quello causato dal cervo che si aggira intorno ai 150 mila euro. Le modalità operative sono sicuramente migliorabili, ma rispetto ad altre province la presenza dei cinghiali è molto contenuti. Sulla presenza del cervo, per la quale è stata avanzata la possibilità di consentire la caccia, è stato ribadito che l’attività venatoria può fare poco data la presenza della specie sempre più prossima ai centri abitati.