Gas e luce di nuovo alle stelle: d’inverno, soprattutto negli ultimi anni, il mantra è sempre lo stesso. Certo, come ormai sta capitando spesso durante la stagione fredda il clima è meno rigido in certi frangenti, ma non appena i gradi iniziano ad abbassarsi il colpo si sente tutto, sia al fisico che ai portafogli. Da qualche mese il prezzo del gas è in ascesa, così come l’elettricità. Un fenomeno comprensibile, soprattutto se considerate alcune situazioni geopolitiche e l’essere in pieno inverno, periodo che comporta l’accensione costante del riscaldamento, soprattutto per chi abita nelle valli della Lombardia e deve affrontare geloni e assenza di sole per buona parte della giornata.
Se in questi luoghi le temperature rigide sono ben note e previste tutti gli anni, salvo periodi o situazioni anomali, a scombussolare la situazione quest’inverno ci sta pensando la fine del mercato tutelato che potrebbe portare cambiamenti inaspettati e magari spiacevoli sorprese ai consumatori, dirottati all’improvviso in caso di mancata scelta di un nuovo gestore su un fornitore di ultima istanza, con magari condizioni contrattuali meno favorevoli. Insomma, un incremento di spese aggiuntivo è tutt’altro da escludere.
Più freddo, più consumi
La stagione invernale è associata a consumi energetici più alti per diverse ragioni, legate appunto alle condizioni meteorologiche, ma anche alle abitudini delle persone. La necessità di mantenere ambienti interni a temperature confortevoli è una delle principali cause di aumenti nei consumi invernali. I sistemi di riscaldamento come termosifoni, radiatori o impianti di aria condizionata invertita, richiedono energia per funzionare e possono contribuire in modo significativo alle bollette energetiche. Con le giornate più corte e le notti più lunghe, c’è poi un aumento nell’uso dell’illuminazione artificiale. Le luci accese per più ore al giorno possono comportare un incremento nei consumi energetici. Durante l’inverno le persone tendono a trascorrere più tempo al chiuso, utilizzando elettrodomestici come televisori, computer, forni elettrici e altri dispositivi elettronici, e si dedicano alla cucina con più assiduità, avendo una maggiore propensione a cucinare pasti caldi e confortanti. Anche l’acqua calda viene impiegata con più frequenza per effettuare docce più lunghe. Oltre al riscaldamento classico, molti usano elettrodomestici di riscaldamento supplementare come stufe elettriche o termoventilatori per rendere confortevoli zone specifiche della casa. Questo capita soprattutto negli ambienti montani, dove le condizioni climatiche in inverno si fanno estreme e la richiesta di riscaldamento per mantenere le aree della casa a temperature accettabili aumenta.
Cambiare le proprie abitudini
Se non è possibile intervenire per modificare il meteo, sullo stile di vita il motore del cambiamento è più che plausibile. Intanto, è essenziale rendersi consapevoli dei propri consumi per capire dove è più urgente intervenire: alla casa manca un buon isolamento termico? Serve un termostato programmabile per impostare temperature specifiche su diverse fasce orarie, riducendo il riscaldamento in orario notturno o quando non si è in casa? Partendo da qui, si potrà agire e capire come ridurre drasticamente i consumi energetici e le spese. La moderazione sempre, anche quando si usa il riscaldamento per contrastare il freddo invernale: a volte si esagera a tenerlo alto, e uno strato in più di vestiti permette di mantenere il comfort senza dover necessariamente alzare la temperatura. Stesso concetto vale per la doccia: ridurne la durata e regolare la temperatura del boiler può far risparmiare, e non poco.
Anche piccoli investimenti possono aiutare come le guarnizioni per finestre e porte, una semplice aggiunta ma efficace per ridurre le perdite di calore.
Per quanto riguarda l’elettricità, la svolta può darla la luce naturale: sfruttarla al massimo durante il giorno per ridurre l’uso di lampade elettriche, tenendo anche le tende aperte.
Fotovoltaico: economizzare per una montagna più pulita
Innovazione e sostenibilità ben si coniugano al risparmio in bolletta: in tanti, soprattutto chi abita in montagna e vuole tutelare ancora di più l’ambiente in cui vive, si stanno lanciando su fonti di calore alternative come stufe a legna o pellet, ma anche sistemi di riscaldamento geotermici o fotovoltaici. Soprattutto i pannelli solari stanno riscuotendo successo in alta quota, per il potenziale solare di cui dispongono: l’altitudine aumenta infatti l’intensità della radiazione, rendendo le montagne luoghi ideali per l’installazione di pannelli solari, permettendo di immagazzinare energia anche nei momenti di buio o di nuvolosità. Consultando professionisti del settore come Gruppo Mossali prima di procedere con l’installazione di un impianto fotovoltaico, è possibile valutare il potenziale solare della zona montana e progettare un sistema ottimale, sia in fase di montaggio che di manutenzione. Munirsi di pannelli solari significa ridurre la dipendenza da fonti energetiche tradizionali, cosa che soprattutto in montagna, dove le linee elettriche potrebbero essere più vulnerabili a interruzioni, può fare gioco e garantire una fornitura continua di energia, oltre a un maggiore grado di autosufficienza energetica, che si traduce a sua volta in una vulnerabilità agli imprevisti e alle condizioni meteorologiche avverse più bassa.
Anzi, in montagna le basse temperature possono aiutare, convertendosi da nemiche ad alleate: gli impianti fotovoltaici tendono a essere più efficienti in ambienti più freschi, poiché troppi gradi possono al contrario ridurne leggermente le prestazioni.