Leggi razziali. Anche Sondrio ha avuto un campo di concentramento

SONDRIO – La vergogna di aver avuto un campo di concentramento – destinato a rinchiudere la popolazione valtellinese, ma non solo, di origine ebraica – ha colpito anche la città di Sondrio: la struttura sorse in via Nazario Sauro, in un capannone di proprietà del Comune, ora sede dell’Asl ma parrebbe non essere mai entrata realmente in funzione.

“Il campo – sottolinea Fusta Messa, direttrice dell’istituto sondriese per la storia della resistenza e dell’età contemporanea, autrice della ricerca che ha svelato l’esistenza di un campo di concentramento a Sondrio – fu allestito in seguito all’ordinanza di polizia del 30 novembre 1943”.

L’ordinanza, a firma di Buffarini-Guidi, ministro degli interni della Repubblica Sociale Italiana, imponeva, tra le altre cose, che “Tutti gli ebrei, anche se discriminati, a qualunque nazione appartengano, residenti nel territorio nazionale, devono essere inviati in appositi campi di concentramento”.

Non sono stati trovati dati sull’utilizzo effettivo del campo di concentramento per ebrei. “Le testimonianze e la memorialistica – prosegue Messa – fanno riferimento all’internamento degli ebrei nel carcere circondariale di Sondrio, situato in via Caimi”.